Il termine bodybuilding (letteralmente “costruzione del corpo”) definisce una disciplina che:
se praticata a livello amatoriale mira al miglioramento del proprio fisico
se praticata a livello agonistico mira ad una vera e propria perfezione stabilita da dei canoni che variano a seconda delle categorie delle competizioni.
Una grande distinzione, visibile e tangibile in merito ai risultati che si possono ottenere è quella tra bodybuilding (dove è nascosto il termine “doped”) e bodybuilding natural.
Bisogna partire dalla consapevolezza che la genetica dell’essere umano pone dei limiti allo sviluppo della massa muscolare, secondo i quali non è naturalmente possibile raggiungere livelli eccessivamente elevati di ipertrofia associati a percentuali irrisorie di tessuto adiposo distribuito nel corpo.
Questo significa che per arrivare a risultati di una certa entità (che richiedono comunque di base una predisposizione genetica), oltre ad un determinato condizionamento costituito da grandi stimoli meccanici e metabolici (il workout) e da periodi di iper-alimentazione mirati ad aumentare i volumi muscolari (bulking) seguiti da periodi di ipo-alimentazione finalizzati alla riduzione del grasso corporeo (cutting), è strettamente necessario affidarsi alla farmacologia per essere in grado di competere.
In cosa è da intendere dunque il doping?
Non certo negli shaker che comunemente possiamo veder riempiti e agitati negli spogliatoi delle palestre in maniera sempre più diffusa, contenenti integratori alimentari che aiutano spesso a coprire un maggior fabbisogno di determinati nutrienti richiesti da un'attività fisica di un certo livello per ottimizzare il recupero e la crescita muscolare.
Ciò che invece viene considerato doping, sono prodotti farmacologici che possono essere vietati a seconda della legislazione vigente in un determinato paese o che possono essere assunti esclusivamente su prescrizione medica, in virtù della presenza di una qualche patologia o problema di salute.
Essi spesso modificano l’assetto ormonale di un soggetto con conseguenze che possono rivelarsi deleterie per cuore, fegato, reni, apparato digerente e riproduttivo e stato di salute in generale.
Per questo motivo, almeno ad alti livelli, i bodybuilders vengono seguiti da vere e proprie equipes mediche.
Il natural bodybuilding invece
Escluderebbe la farmacologia dalla preparazione degli atleti, i quali dovrebbero allenarsi meglio di un doped, ma di meno in termini di volume e frequenza, perché per chi non fa uso di doping i tempi di recupero si allungano, la resistenza e la forza espresse sono minori e quindi la programmazione dell’allenamento dovrà essere ancor più ottimale, così come lo dovranno essere l’alimentazione e la scelta degli integratori.
Se i fisici di questa categoria sono in effetti evidentemente molto più “umani” rispetto ai doped, presentando volumi molto più ridotti ed un tiraggio simile, essi rappresentano comunque un qualcosa di eccezionale per il corpo di una persona per quanto atletica possa essere.
In questo caso si parla di risultati possibili da ottenere per chi possiede una genetica favorevole ma comunque di estrema difficoltà di ottenimento, il che crea una situazione più subdola basata sulla cultura del sospetto e in cui si distinguono atleti natural, che magari in passato hanno fatto uso di farmaci di cui beneficiano ancora dei vantaggi e atleti drug free che non hanno mai utilizzato sostanze considerate dopanti.
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